L’arnica, amica degli sportivi
Inauguro con questo post la sezione “Erbario” di questo blog. La natura offre sotto i nostri occhi quella che Maurice Mességué chiama la “farmacia del buon Dio” ma spesso non sappiamo usufruirne. Spero che queste brevi informazioni possano servire a farvi venire voglia di scoprire, conoscere, sperimentare – sempre con cautela – quante piccole patologie siano facilmente risolvibili con quello che troviamo nei campi. Unica raccomandazione, fate sempre molta attenzione a dove raccogliete, ed evitate luoghi potenzialmente contaminati.
La prima pianta che ho scelto per voi è l’arnica. Ormai in molti la usano e ne conoscono i benefici in caso di traumi, lividi e ferite. Antibatterica, antinfiammatoria e antidolorifica, l’arnica ha anche la proprietà di rafforzare il sistema immunitario, cicatrizzare le ferite e proteggere i capillari. Scopriamo come usarla.
L’arnica fiorisce da giugno ad agosto nei prati di montagna e in terreni acidi. Le infiorescenze vanno raccolte prima che si schiudano del tutto, insieme alle foglie e a qualche radice. La pianta si secca facilmente e si conserva a lungo all’ombra. Io ve ne consiglio esclusivamente l’uso esterno, in l’uso interno potrebbe avere controindicazioni cardiotossiche o a danno del sistema nervoso.
TINTURA di fiori secchi: fate macerare per due settimane 10 pizzichi di fiori in un bicchiere di alcool a 90 gradi. La tintura potrà essere utilizzata in soluzione, diluita da tre a dieci volte il suo volume d’acqua.
L’arnica ci viene incontro anche in caso di infiammazioni di gola e bocca (potete usare la tintura madre come colluttorio per gargarismi), in caso di punture di insetto, foruncoli, flebiti e febbre.